Riduttivamente considerato il parente povero del mosaico, il terrazzo o pavimento alla veneziana, ne è indubbiamente il capostipite; esso deriva infatti dalle esperienze nel campo della pavimentazione risalenti al periodo ellenistico.

In quel tempo si adoperavano, nella decorazione pavimentale, dei semplici ciottoletti di diverso colore i quali, accostati casualmente l'un l'altro, generavano il motivo decorativo delle superfici.

Durante il periodo tardo romano il mosaico pavimentale raggiunge il massimo livello di perfezione; l'avvento del Cristianesimo e l'edificazione dei nuovi edifici di culto, diedero un ulteriore impulso allo sviluppo di quest'attività.

Nonostante il processo di recessione socio-economica causata dalle invasioni barbariche del IV e V secolo, l'arte del mosaico pavimentale continuò ad essere tramandata attraverso misteriosi percorsi, permettendo, pochi secoli dopo, una vera e propria rinascita della pavimentazione ornamentale dovuta all'opera degli artigiani friulani che realizzavano i pavimenti con i ciottoli di diverso colore raccolti lungo il greto del fiume Meduna; l'arte venne successivamente esportata a Venezia dove ebbe accesso a pieno riconoscimento tra le associazioni d'arte nel 1586.

Si deve al grande Andrea Palladio la valorizzazione, nel XVI secolo, del terrazzo alla veneziana, da egli inteso come un'attualizzazione dell'antica pavimentazione romana; successivamente il terrazzo conobbe una larghissima e crescente diffusione a Venezia e nei possedimenti della Serenissima Repubblica.

Ancor'oggi Venezia rimane il fulcro dell'arte pavimentale nel mondo, è qui infatti che da secoli si continuano a creare superfici di raffinata bellezza.